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In questi ultimi giorni si fa un gran parlare del Redditometro. È scoppiato perfino un caso politico attorno a questo strumento, alla luce delle nuove regole che dovrebbero essere introdotte.

Già lo scorso 7 maggio il viceministro Leo aveva firmato un decreto ministeriale con cui, di fatto, dava nuova vita al Redditometro, strumento già utilizzato in passato (non senza polemiche) per ricostruire i redditi e la capacità contributiva dei contribuenti tenendo conto delle spese effettuate dal contribuente rispetto al reddito dichiarato.

Ma di cosa si tratta veramente? E quali sono le voci che potrebbero ricadere sotto le lenti del fisco?

Redditometro: di cosa si tratta?

Innanzitutto, è bene soffermare l’attenzione sulla funzione del redditometro, spiegandone anche la natura.

Si tratta di un strumento di accertamento sintetico in mano all’Agenzia delle entrate utilizzato per determinare in maniera induttiva il reddito complessivo che si ritiene riconducibile al contribuente (persona fisica).

L’attenzione del fisco, in questo caso, non è rivolta alle fonti di reddito (dichiarato o evidentemente non dichiarato) quanto sulla capacità di spesa del contribuente.

In buona sostanza, valutando il flusso economico e il tenore di vita del contribuente l’Agenzia ricostruisce una certa capacità contributiva, la quale viene comparata con il reddito complessivamente dichiarato.

L’eventuale discrasia tra reddito dichiarato e capacità di spesa effettiva dovrà poi essere dimostrata dal contribuente il quale potrà anche contestarla, dimostrando che, ad esempio, certe spese sostenute sono irrilevanti a livello reddituale.

Cosa deve fare il contribuente?

Se a seguito di un accertamento sintetico l’Agenzia ricostruisce una capacità contributiva (tenuto conto della differenza tra capacità di spesa del contribuente e reddito dichiarato) che il contribuente non riconosce, quest’ultimo avrà la possibilità di contestarlo.

Sul contribuente, in particolare, grava l’onere di dimostrare che la capacità di spesa, la disponibilità di beni e servizi, non è incompatibile con il reddito dichiarato.

Il contribuente potrà quindi attraverso apposite memorie e documentazione dimostrare che la presunzione di reddito stimata dall’Agenzia (tenendo conto della capacità di spesa) non corrisponde ad un reale incremento non dichiarato della propria ricchezza, ma è riconducibile ad altre fonti che non incidono sul reddito.

I contribuenti avranno la possibilità di dimostrare che le spese sono state finanziate con redditi diversi da quelli dichiarati nel periodo d’imposta, oppure con redditi esenti o soggetti a ritenuta alla fonte, o comunque esclusi legalmente dalla base imponibile, o ancora da redditi provenienti da altre persone.

Potranno anche contestare l’ammontare delle spese attribuite e dimostrare che i risparmi utilizzati per consumi e investimenti si sono accumulati negli anni precedenti.

La normativa del redditometro prevede un doppio contraddittorio con il contribuente: il primo avviene durante la fase istruttoria, per raccogliere le informazioni necessarie alla formazione dell’atto di accertamento; il secondo consiste nell’avvio della procedura di accertamento con adesione.

Quali sono le nuove voci che l’Agenzia può considerare per ricostruire il reddito?

Con il nuovo Redditometro sono oltre 50 le voci che l’Agenzia potrà tenere in considerazione per ricostruire induttivamente il reddito del contribuente.

Ecco alcuni esempi: si passa dall’acquisto di immobili o terreni, alle spese sostenute per il mutuo o l’affitto. Si potrà tenere conto anche delle bollette, dei viaggi, dell’abbigliamento acquistato, degli abbonamenti su piattaforme online, degli eventuali bonus edilizi fruiti dal contribuente.

Più in particolare, le principali voci si suddividono in:

  • Consumi generi alimentari, bevande, abbigliamento e calzature
  • Abitazione (mutuo, locazione, leasing immobiliare, acqua e condominio, manutenzione ordinaria, intermediazioni immobiliari)
  • Combustibili ed energia
  • Mobili, elettrodomestici e servizi per la casa
  • Sanità (medicinali, visite mediche)
  • Trasporti (assicurazione per responsabilità civile, incendio e furto, bollo, pezzi di ricambio, olio, lubrificanti, tram, autobus, taxi, canone di leasing)
  • Comunicazioni (acquisto apparecchi per telefonia, spese telefono)
  • Istruzione (libri scolastici, rette, canoni di locazioni per studenti universitari)
  • Tempo libero, cultura, giochi (abbonamenti pay-tv, giochi online, attività sportive, circoli, animali domestici)
  • Investimenti (immobiliari, beni mobili registrati, assicurazioni, contributi previdenziali volontari, azioni, obbligazioni e altre forme di investimento, donazioni ed erogazioni liberali)
  • Risparmio (parte di reddito non utilizzata)
  • Imposte, tasse e contributi i cui pagamenti sono effettuati nell’anno
  • Assegno all’ex coniuge

La soglia del 20%

A quanto si apprende, se il totale delle spese verificate dall’Agenzia e ricondotte al contribuente dovesse superare del 20% il reddito dichiarato da quest’ultimo, al contribuente verrà richiesto di dimostrare e giustificare le voci di spesa.

Occorre altresì notare che sono ricondotte al contribuente anche le spese sostenute ed effettuate dal coniuge o dai familiari a carico (Se vuoi conoscere le Agevolazioni per i familiari a carico We Wealth ha pubblicato questo articolo)

Sono invece escluse le spese sostenute ai fini dell’attività di impresa

Da quando inizierebbe la ricostruzione del reddito?

Sembrerebbe che sotto la lente dell’Agenzia potrebbero finire i redditi dichiarati a partire dal 2018 (anno in cui era stato mandato in pensione il precedente Redditometro).

La revisione e la nuova introduzione del Redditometro si spiega con la necessità di adeguare la capacità di accertamento dell’Agenzia al mutato contesto socio-economico e all’andamento dei prezzi.

In questo senso, l’Agenzia per verificare la capacità di spesa potrà tenere conto anche dei rilievi e delle statistiche effettuati dall’ISTAT e dalle altre associazioni rappresentative dei consumatori.

(Se vuoi approfondire il tema del Redditometro, We Wealth ha pubblicato anche questo articolo)

In questi ultimi giorni si fa un gran parlare del Redditometro. È scoppiato perfino un caso politico attorno a questo strumento, alla luce delle nuove regole che dovrebbero essere introdotte.

Già lo scorso 7 maggio il viceministro Leo aveva firmato un decreto ministeriale con cui, di fatto, dava …

 

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