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“Un tema centrale nel recente Decreto Agricoltura è quello della limitazione del consumo di suolo agricolo. Il consumo di suolo produttivo rappresenta a tutti gli effetti una minaccia per la nostra sovranità alimentare. Pur esistendo una normativa sin dal 2021, l’installazione selvaggia ed indiscriminata di pannelli fotovoltaici a terra, spesso realizzati nella forma di investimenti speculativi, è continuata perché non è stato mai attuato il programma di identificazione delle aree utili all’installazione degli impianti per le fonti rinnovabili”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida durante il question time alla Camera rispondendo a un’interrogazione sulle politiche del governo volte a contemperare l’esigenza di tutela della sovranità alimentare e di contrasto al consumo di suolo agricolo con la produzione di energia da fonti rinnovabili.

 

“Permettetemi di essere chiaro: la buona terra agricola serve per produrre, non per speculare.

Si definisce suolo agricolo perché ha una precisa destinazione, perché deve produrre, e proprio per questo gode di una fiscalità agevolata, per sostenere gli agricoltori in un processo che ci fornisce buon cibo e garantisce la manutenzione del territorio”, sottolinea il ministro. “È per questo che con l’articolo 5 del Decreto Agricoltura, è ora previsto il divieto assoluto di installazione di impianti fotovoltaici con moduli a terra nelle aree classificate agricole dai piani urbanistici vigenti. Ovviamente sono fatte salve le procedure in corso e gli impianti ubicati nelle aree agricole non produttive. Sarà anche possibile installare pannelli sospesi, il cosiddetto agrivoltaico avanzato – sotto il quale si può coltivare – e portare a termine tutti i progetti legati al PNRR. Siamo convinti che esistano altri modi per produrre energia solare, rinnovabile, pulita, senza sottrarre un metro di terra alla coltivazione. È il caso, ad esempio, della misura Parco Agrisolare del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste”.

“Questa misura”, spiega Lollobrigida, “finanzia, con contributi a fondo perduto, l’installazione di pannelli solari sui tetti dei fabbricati rurali delle imprese della produzione primaria e della trasformazione, nonché alcune spese accessorie quali coibentazione, rimozione d’amianto, accumulatori e dispositivi di ricarica. L’agrisolare consente non solo di incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili, rendendo il settore agricolo più sostenibile, ma anche – allo stesso tempo – di aumentare la competitività dell’intero settore, azzerando i costi di approvvigionamento energetico, che rappresentano in media il 20% dei costi variabili dell’impresa agricola, con i conseguenti vantaggi di competitività sui mercati nazionali ed internazionali. La misura, dopo le modifiche introdotte dal Governo Meloni, ha avuto un apprezzamento straordinario da parte delle imprese”.

“Ad oggi sono state finanziate più di 14.000 imprese, per un importo di 1,35 miliardi di euro di risorse impegnate”, prosegue il ministro. “Oltre 2.000 imprese hanno già concluso l’investimento, ed a circa la metà è stato già erogato il saldo finale delle risorse. Questi risultati eccezionali hanno consentito di ottenere dalla Commissione europea ulteriori 850 milioni di euro, portando la dotazione finanziaria complessiva a 2 miliardi e 350 milioni di euro e di triplicare la potenza installata da fonti rinnovabili, portandola a 1,38 gigawatt rispetto ai 375 megawatt originariamente previsti. Questi dati parlano da soli, contro chi per mesi ha sostenuto che questo Governo non sarebbe stato in grado di gestire il PNRR: le misure stanno andando meglio delle aspettative e le risorse sono state raddoppiate”.

“Il grande successo del Parco Agrisolare dimostra che un’alternativa che renda compatibile la produzione di energie rinnovabili e la salvaguardia della nostra sovranità alimentare, delle nostre produzioni agricole, è senza dubbio possibile, ed in questo senso ci siamo mossi nel recente Decreto Agricoltura”, conclude Lollobrigida.

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