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Credit Sun’Agri

Con il Dl Agricoltura il ministro Lollobrigida ha tirato il freno a mano anche sull’agrivoltaico di tipo 2. Il sistema che permette, pur con pannelli a terra, di valorizzare un terreno marginale con la coltivazione interfilare. Si lavora sull’agrivoltaico avanzato – a giugno dovrebbe arrivare il tanto atteso bando del Pnrr – e sono sempre più le aziende che stanno lavorando su questa tecnologia. 

Peridot Solar valida il suo progetto di agrivoltaico da 90 ettari in un uliveto con Bureau Veritas

Bureau Veritas Italia per la prima volta ha validato un progetto di un impianto agrivoltaico avanzato che combina in maniera sinergica la produzione di energia solare e la coltivazione di ulivi su un’area di 90 ettari di terreni agricoli a  Comiso, in provincia di Ragusa, con una potenza di picco di 43 megawatt.

Progetto su 90 ettari di terreno

L’asseverazione emessa attesta il rispetto di tutti i requisiti definiti dalle linee guida del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per ottenere la qualifica di agrivoltaico avanzato. Il suo obiettivo è massimizzare il rendimento del terreno, minimizzando l’impatto ambientale e valorizzando la produttività agricola.

Promotore del progetto è il produttore indipendente di energia (IPP) Peridot Solar, con un portafoglio impianti di oltre 3 GWp di cui 100 MWp in esercizio e altri 220 MWp in costruzione,  che in questa iniziativa è stato affiancato dalla società di ingegneria internazionale Italconsult Spa. Italiana ma con commesse per oltre i 2/3 concentrate all’estero.

Andrea Urzì di Peridot Solar ha sottolineato che la scelta  dell’asseverazione “non è dovuta  al rispetto  di alcun obbligo di legge o collegata ad alcun contributo pubblico“. Insomma una garanzia ulteriore per l’investimento.

agricoltura
Un’installazione dell’azienda in Francia – Credit Sun’Agri

I francesi di Sun’Agri approdano in Italia, si lavora sul kiwi a Treviso

I francesi di Sun’Agri vantano un’esperienza di oltre 15 anni in Francia con impianti agrivoltaici  installati su 22 siti già in produzione a cui si sommano 40 progetti in cantiere.

In Italia stanno lavorando su un progetto con il kiwi a Treviso, ma sono orientati anche su pero, vite e nocciolo.  Abbiamo parlato con la direttrice Italia Raffella Bisconti, uno scambio  importante per capire cosa vuol dire agrivoltaico in campo: “Non è adatto alle coltivazioni estensive con il frumento, su alcune specie non funziona”. Un esempio?Non porta benefici alle mandorle mentre funziona bene sul nocciolo“.

Al centro Raffaella Bisconti con i suoi collaboratori
La direttrice Bisconti al centro tra due collaboratori

Sono alcune delle misure essenziali per capire il fenomeno: “Partiamo da un’analisi che deve mettere in evidenza i benefici agronomici. E non sempre l’agrivoltaico è una soluzione adeguata. Il taglio ideale è su aziende da 5-10 ettari. Si applica su tutte le dimensioni ma se il terreno è troppo piccolo non si ottimizzano i  costi, se troppo grande si genera un impatto paesaggistico rilevante. Si interviene su campo libero perché si tratta di un intervento invasivo, necessita di opere edili, quando si porta avanti su campi con produzioni esistenti“.

E’ determinante l’integrazione di reddito data dalla produzione energetica. Entrata fondamentale nei frutteti moderni dove si devono ammortizzare le alte spese degli impianti costosi perché resilienti ai cambiamenti climatici.

Un esempio concreto: “I moduli sono pilotati secondo le esigenze delle piante e svolgono anche una funzione di protezione – spiega Bisconti – Durante  le gelate per esempio si possono guadagnare fino a due gradi, e ridurre di quattro durante le ondate di calore“.

Agrivoltaico
Un’altra installazione in Francia Credit Sun’Agri

Frutteti costosi: devono resistere agli eventi estremi

Sono considerazioni rilevanti perchè oggi, come emerso in un recente convegno al salone Macfrut, i frutteti devono essere protetti da gelate, grandine, vento, insetti e ondate di calore.  Vengono rivestiti con reti, tutelati da ventole contro il gelo e l’investimento sale se si vogliono assicurare le produzioni, anche perché è sempre più difficile stipulare le polizze.

L’agrivoltaico permette sia di ammortizzare i costi sia di aumentare il livello di protezione.  Questo ultimo necessario. “Si intende rendere gli agricoltori indipendenti – sottolinea il direttore generale agricoltura della Regione Emilia Romagna  Valtiero Mazzottidalle variabili dovute  a problematiche climatiche“.

A 1,20 metri da terra c’è il pascolo

La tendenza è quella di andare verso l’agrivoltaico evoluto, almeno dove questo è possibile  compatibile con i costi – spiega Dario Mapelli, consulente di Eco FotovoltaicoNoi abbiamo realizzato impianti a terra che si possono ancora realizzare nel suolo non agricolo, con il bando del parco agrisolare le coperture degli stabili aziendali delle zone agricole“. Più tante altre realizzazioni in ambito agricolo e non.

I rappresentanti di Eco Casa Group, dietro il modulo agrivoltaico

A Macfrut erano presenti con un’installazione di agrivoltaico evoluto, ben alta da terra. Sotto delle piante da kiwi, una delle colture che più si presta a questo investimento. “C’è il tema dell’altezza da terra che per il pascolo è di un metro e venti quindi interessa il settore ovino e oltre i due metri per i frutteti. Il concetto è avere un rapporto sinergico tra produzione agricola ed energetica“.

Un impianto fruttivoltaico in Olanda per la coltivazione dei piccoli frutti

Grande entusiasmo a Bologna per l’agrivoltaico

Sull’agrivoltaico c’è il sostegno di Confagricoltura che alla pubblicazione del primo  decreto sull’agrivoltaico innovativo ha commentato con entusiasmo: “Una grande opportunità per gli imprenditori agricoli del nostro territorio, che possono dare un importante contributo alla decarbonizzazione, ma anche proteggere le loro colture migliorando la redditività delle loro imprese agricole“. Parole di Guglielmo Garagnani, presidente di Confagricoltura Bologna.

Eppure nonostante il via libera di alcune associazioni anche l’agrivoltaico in alcune zone d’Italia viene preso di mira da comitati e pure sindaci che urlano al disastro ambientale senza rendersi conto che a causa dei cambiamenti climatici l’agricoltura è completamente in balia degli eventi.

L’ultima stagione la produzione di pere ha registrato un crollo di quasi l’80% – un kg di pere Abate nei banchi dei supermercati  andava dai 4 fino ai 7 euro il kg – ma non è andata meglio per ciliegie, pesche e albicocche.  Insomma se non si ricoprono con i teli – quindi un obbrobrio dal punto di vista estetico e paesaggistico – è impossibile fare agricoltura. Con i pannelli si ammortizzano i costi dei frutteti protetti e si migliora  la loro resistenza agli eventi estremi.

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