Incentivi Industria 5.0 2024, annunciati a novembre e approvati poco più di tre mesi fa non hanno ancora i provvedimenti attuativi. I 6,3 miliardi disponibili restano sulla carta, come ha ricordato con preoccupazione domenica al Festival dell’Economia di Trento il presidente di Confindustria Emanuele Orsini. L’effetto attesa è deleterio: si sono bloccati gli investimenti, e si sono congelati gli ordini, con il rischio di un ingolfamento al momento dello sblocco a causa della limitata capacità produttiva rispetto alla mole di ordini giacenti. Manca il via libera dei ministeri dell’Ambiente e dell’Economia, e secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore tra tempi tecnici e prudenza della Ragioneria sulle coperture le imprese dovranno attendere ancora alcune settimane. Tra il credito d’imposta previsto dal piano 4.0 al 20% a quello massimo ottenibile in presenza dei risparmi energetici più rilevanti per investimenti fino a 2,5 milioni, pari al 45%, la differenza è molto rilevante.
Incentivi Industria 5.0 2024: il rischio di perdere parte dei 6,3 miliardi stanziati
Per questo, nonostante il ministro Urso abbia più volte rassicurato le imprese sulla “retroattività” delle misure, accettando nel calcolo tutti gli interventi fatti a partire da gennaio, molte categorie del settore dei macchinari hanno visto una netta caduta della domanda nazionale. Eclatante il caso delle macchine utensili, che nel primo trimestre vedono sul mercato interno una riduzione annua di quasi 20 punti, dopo un calo di quasi 70 di fine 2024. Il risultato è quello di vedere al momento un mercato interno dimezzato rispetto alla media. E i robot non sono un caso isolato, con gli ordini del packaging in calo di oltre sei punti. C’è perfino il rischio di perdere parte dei 6,3 miliardi stanziati, perché entro dicembre 2025 i beni di investimento dovranno essere stati ordinati, consegnati e installati. I tempi si stanno dunque facendo più risicati ogni giorno che passa. «Abbiamo ordini congelati per almeno sette milioni di euro, quasi la metà del nostro mercato italiano: in effetti, guardando all’esito dell’annuncio, sui nuovi bonus sarebbe stato meglio non dire nulla» dice al Sole 24 Ore Barbara Colombo, imprenditrice delle macchine utensili con Ficep (180 milioni di ricavi, per il 90% grazie all’export) e numero uno di Ucimu.
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