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“Il decreto legge agricoltura è un primo passo del Governo nell’affrontare la crisi del settore emersa grazie alla mobilitazione degli agricoltori, ma è necessario approfondire nel merito le singole questioni poiché alcune soluzioni prospettate risultano ancora deboli e contraddittorie”. È quanto affermato da Gianni Fabbris, leader del sindacato degli agricoltori Altragricoltura, sentito oggi al Senato della Repubblica dalla 9° Commissione Attività Produttive e Agricoltura nell’ambito delle audizioni previste per l’esame del disegno di legge n. 1138, di conversione in legge del decreto legge 63/2024 – “Agricoltura e imprese di interesse strategico”.

Il decreto per Fabbris “è il frutto di una fase aperta dai trattori scesi nelle strade, è stata la risposta ad un problema sollecitato dagli agricoltori, lo sottolineo perché la mobilitazione ha avuto l’effetto di smontare una narrazione dell’agroalimentare italiano da pubblicità del ‘Mulino Bianco’”.

Sulla reazione del governo il leader di Altragricoltura ha sottolineato: “La risposta dell’esecutivo c’è stata, cosa non scontata. Ho ascoltato parole nuove in questi atti e in questo decreto. Il solo fatto di aver messo dentro il decreto l’indebitamento delle aziende agricole, ad esempio, è un fatto positivo. Vedremo cosa produce, anche perché questo decreto è ancora inadeguato, ma possiamo considerarlo un punto di partenza. Vi sono punti deboli e contraddittori. Altragricoltura insieme ad altre 40 associazioni di agricoltori e pescatori, riunite nel Coapi, ha contribuito ad elaborare un documento che sarà presentato al Governo la prossima settimana dove si darà conto nel dettaglio di proposte che saranno anche inviate al Senato perché possa tenerne conto”.

Più in dettaglio, Fabbris sulla moratoria del debito per le aziende agricole, dove nel decreto è prevista una soglia del 20% di calo del fatturato sull’anno precedente per accedervi, dice: “Intanto un bene che il problema dell’indebitamento sia stato assunto come tale, ma la soglia di accesso alla moratoria è completamente inadeguata e va rivisto il meccanismo previsto dal decreto per l’accesso al beneficio che è ancora debole, perché va allargata la platea dei soggetti beneficiari”.

Poi la moratoria è una fase transitoria: “va accompagnata da misure strutturali, serve offrire agli agricoltori la capacità di uscire dall’indebitamento con una ristrutturazione che premi chi vuole uscire dalla dipendenza del debito”.

In tema di indebitamento per altro Altragricoltura ha già presentato “Una proposta compiuta alla Presidenza del Consiglio dei Ministri sul fallimento della cartolarizzazione dei decenni scorsi – ha sottolineato Fabbris. “Un fenomeno che riguarda 700mila imprese e che invieremo anche al Senato”.

Fabbris, sulla determinazione dei costi produttivi medi ha invece affermato: “Nulla da dire su Ismea, ma il meccanismo di determinazione dei costi medi va riparametrato sui costi reali delle aziende, che sono anche legati a territori diversi e costi intermedi diversi – ha sottolineato Fabbris.

Secondo il leader di Altragricoltura, gli attuali metodi di calcolo dei costi medi aziendali di Ismea comportano “costi sottostimati tra il 12 ed il 15 per cento, questo è il frutto di una nostra analisi sulle metodiche adottate dall’Istituto, pertanto occorre entrare anche in questo caso nel merito e capire il perché di questo scostamento, quali singoli centri di costo sfuggono a questa analisi di Ismea”.

Infine Fabbris ha riservato una nota di plauso al decreto agricoltura “perché consente la nomina del commissario nazionale per la brucellosi” nelle regioni interessate a questa zoonosi “frutto di una riflessione alla quale proprio questa Commissione – ha concluso Fabbris – ha dato un importante contributo”.



 

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