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Molti cittadini perderanno l’assegno INPS a causa della regola dei 120 giorni. Ecco che cosa succederà e quali saranno le conseguenze.

L’Assegno di Inclusione è l’erede del Reddito di Cittadinanza insieme al Supporto per la formazione e il lavoro. Erogato da gennaio 2024, il sussidio economico ha lo scopo di supportare chi è in difficoltà nel trovare un’occupazione o nel socializzare. Beneficiari sono i nuclei familiari in cui c’è un over 60, un minore, un invalido e le famiglie in condizioni di svantaggio sociale in cui un componente è stato preso in carico dai servizi sociali.

Niente assegno INPS, per molti incombe la regola dei 120 giorni-Abruzzo.cityrumors.it

L’AdI prevede un contributo mensile di circa 500 euro erogato per diciotto mesi con possibilità di proroga di altri dodici mesi dopo 30 giorni di stop. Per ottenere il beneficio non si è dovuto unicamente inviare domanda tramite il sito dell’INPS ma è stato necessario sottoscrivere il Patto di Attivazione Digitale accedendo alla piattaforma SIISL. In più l’AdI è legato ad una serie di adempimenti che se non soddisfatti faranno dire addio alle erogazioni mensili. La regola dei 120 giorni fa parte di questi adempimenti.

Perché la regola dei 120 giorni fa perdere l’assegno di inclusione

Il primo adempimento per il percettore di Assegno di Inclusione è rispondere alla convocazione del Comune e presentarsi ai servizi sociali entro 120 giorni dalla sottoscrizione del Patto di Attivazione Digitale. Significa che per chi ha proceduto con l’accettazione a dicembre 2023 o gennaio 2024 il termine dei 120 giorni è scaduto oppure scadrà a brevissimo. E chi non ha ottemperato all’obbligo perderà l’AdI.

Assegno di Inclusione, la regola dei 120 giorni per non perderlo
La chiamata del Comune non arriva, cosa fare-Abruzzo.cityrumors.it

Eppure sono tanti i cittadini che affermano di non aver ancora ricevuto alcuna chiamata dal Comune. Considerando l’affluenza delle richieste di beneficio la regola dei 120 giorni è stata modificata per i primi fruitori del sussidio per lasciare più tempo alle amministrazioni di procedere con le chiamate.

Nello specifico i 120 giorni sono stati calcolati non dalla data di sottoscrizione del PAD ma dalla segnalazione dell’INPS al Comune dell’elenco dei beneficiari.

Risalendo tale flusso a febbraio, la scadenza dei 120 giorni è prevista per giugno. Il cittadino non deve attendere passivamente la convocazione che tarda ad arrivare ma agire in prima persona contattando i servizi sociali del Comune di residenza per prendere un appuntamento prima del termine dei 120 giorni.

Agendo diversamente si perderà il sussidio. Stessa cosa capiterà a chi non dovesse presentarsi agli incontri previsti ogni 90 giorni.

 

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