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Napoli, 2 giugno 2024 – Manca sempre meno all’annuncio di Antonio Conte come nuovo allenatore del Napoli, atteso per i primissimi giorni della prossima settimana, quando verosimilmente potrebbe avere giĆ  luogo anche la presentazione in pompa magna. E’ questa la mossa scelta da Aurelio De Laurentiis per voltare subito pagina dopo un’annata disastrosa e per guadagnare nuovo credito agli occhi della piazza dopo aver via via perso tutto nonostante lo scudetto vinto appena poco piĆ¹ di dodici mesi fa. Finora la scelta, seppur ancora priva del crisma dell’ufficialitĆ , ha sortito gli effetti sperati, raccogliendo un plauso quasi unanime che, in questa fase, serve quantomeno a ridare entusiasmo dopo un campionato vissuto da campioni d’Italia totalmente da dimenticare. Eppure, neanche un colpo mediaticamente e tecnicamente grosso per la panchina, forse secondo solo a quello che portĆ² nel capoluogo campano Carlo Ancelotti, il re della Champions League, basta per scacciare via, quasi come un colpo di spugna, tutto ciĆ² che non ha funzionato nel recente periodo. Il riferimento alla Champions League rischia di non essere casuale e, soprattutto, rischia di pesare come un macigno in ottica futura. Oltre alla vetrina piĆ¹ prestigiosa, quella buona a valorizzare il parco giocatori attuale e magari, sul mercato, ad attirare talenti in entrata, a mancare al Napoli sarĆ  la pioggia di milioni garantita dalla competizione continentale piĆ¹ prestigiosa, che proprio nella prossima stagione si rifarĆ  il look, diventando ancora piĆ¹ ricca e affascinante. Non solo: nel frattempo, dal post scudetto in poi, tutti i costi dell’azienda Napoli sono cresciuti, pur accompagnandosi con il crollo verticale dell’aspetto sportivo. Tutti punti all’ordine del giorno che De Laurentiis, il fautore delle finanze sane e dei conti a posto per il suo club e in generale nel calcio, dovrĆ  tenere presente all’alba di questo nuovo ciclo che rischia di partire con diversi handicap. Ā 

Bilanci record e allenatori a libro paga

Ā  Per chi vuole aggrapparsi alla cabala e alle coincidenze che offre, curiosamente anche il Napoli che si sarebbe laureato campione d’Italia vide la luce sotto una stella all’apparenza non buona dopo un’estate molto turbolenta, vissuta nel segno di addii di lusso e mancati rinnovi di autentiche bandiere della squadra. Eppure, proprio quel giro di vite in campo e fuori a suon di tagli di giocatori popolari ma forse arrivati ormai a fine ciclo fu il preludio a un titolo vinto praticamente senza mai soffrire e con costi contenuti, che avrebbero contribuito a firmare l’eccellente bilancio chiuso il 30 giugno 2023 con un attivo di quasi 80 milioni: una raritĆ  nel contesto di un calcio, quello italiano ed europeo, sempre piĆ¹ indebitato e in affanno. Poco meno di un anno fa De Laurentiis superava se stesso, e non ĆØ un modo di dire: l’utile record messo a referto in pieno clima di tripudio scudetto aveva infatti scalzato i 66,6 milioni scritti sempre dal Napoli al termine della stagione 2016-2017. Sempre alla fine dello scorso giugno, il patrimonio netto del Napoli ammontava a 148,5 milioni: un bel gruzzolo che, quasi profeticamente, puĆ² fungere da paracadute in vista dei prossimi tempi, che si preannunciano piĆ¹ complicati. La stessa imminente firma di Conte, seppur ottenuta con uno sconto sulla parte fissa rispetto alle richieste iniziali, si preannuncia bella gravosa per le casse della societĆ  partenopea: 6 milioni netti a stagione fino al 2027, piĆ¹ diversi bonus legati allo scudetto e alla qualificazione alla Champions League, ai quali sommare i 2,5 milioni che Rudi Garcia, l’altro allenatore ancora a libro paga, dovrĆ  incassare fino al 30 giugno 2025 in mancanza di sovravvenuti altri impegni altrove.

I casi Osimhen e Kvaratskhelia

Ā  Non solo il fronte dei tecnici, come sempre molto aleatorio, come sa bene proprio De Laurentiis, reduce da diverse scelte post tricolore a dir poco discutibili: finiti gli onori di feste e riconoscimenti vari, lo scudetto ha presentato il suo conto anche a livello di giocatori, con un’impennata quasi senza precedenti del monte ingaggi. Basti pensare che nel bilancio 2024 entrerĆ  con forza il contratto firmato da Victor Osimhen poco prima di Natale: 10 milioni lordi di ingaggio fino al 30 giugno 2026 che solo le agevolazioni fiscali offerte dal Decreto Crescita hanno leggermente attutito. L’altro arcobaleno all’orizzonte sembrava fornirlo la maxi clausola rescissoria dal valore di 120-130 milioni che, si sapeva fin da allora, doveva servire a garantire a tutte le parti in causa l’exit strategy piĆ¹ gradita. Tutto vero, se non fosse che i continui infortuni del nigeriano, attualmente fermo ai box per almeno un mese, rischiano di rallentare quella cessione di lusso che, senza Champions League, puĆ² rappresentare l’unica boccata di ossigeno in vista di un’annata complicata dal punto di vista economico. L’alternativa, pur di liberarsi di un ingaggio cosƬ pesante, puĆ² diventare aprire la strada alle contropartite tecniche, magari anche con il doppio obiettivo di far felice Conte, che di certo non sposerĆ  la causa Napoli senza avere voce in capitolo sul mercato: la tratta buona poteva essere con il Chelsea per Romelu Lukaku, ma nelle ultime ore questa pista sembra essersi raffreddata. Senza l’addio del nigeriano rischia di complicarsi anche la partita tutt’altro che banale legata al rinnovo di Khvicha Kvaratskhelia, che oggi guadagna 1,5 milioni e che, a questo punto, dopo le sirene (gradite) del Paris Saint-Germain, non si accontenta piĆ¹ di incassare il doppio: le ultime richieste del georgiano per rinnovare parlano infatti di uno stipendio da 5 milioni netti, che potrebbero diventare 10 lordi. Insomma, a livello di ingaggio monstre, la sostituzione potrebbe essere cosƬ intesa: esce Osimhen ed entra Kvaratskhelia, giĆ  giudicato incedibile da Conte. Facile a dirsi, un po’ meno a farsi nell’estate in cui De Laurentiis dovrĆ  giocare due partite altrettanto complicate: la rinascita sportiva del Napoli e l’abbattimento dei costi, giĆ  martoriati da quanto accaduto, sul campo e nel quartier generale di Castel Volturno, nella scorsa stagione, quella che doveva segnare l’inizio di una nuova era. E, in un certo senso, sarĆ  proprio cosƬ.

Leggi anche – Nations League Volley, Italia-Cina 3-0: pass olimpico vicino Ā 

 

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