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La notizia che tutti si attendevano è stata ufficializzata. La Banca centrale europea (Bce) ha deciso di ridurre dello 0,25% i tassi di interesse. Si tratta del primo taglio dal 2019. Una notizia seguita da vicino anche dal mondo immobiliare, e in particolare per gli impatti sulle rate dei mutui che saranno più leggere. Secondo l’osservatorio di Facile.it, un taglio di 25 punti base comporterebbe una riduzione di appena 18 euro per un mutuo a tasso variabile.

Le mosse della Bce

Il consiglio direttivo ha deciso di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della Bce. I tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno così ridotti rispettivamente al 4,25%, al 4,50% e al 3,75%, con effetto dal 12 giugno 2024.

La decisione del taglio era nell’aria, ma adesso l’incognita riguarda le prossime mosse dell’istituto di Francoforte. La Bce ha ribadito che le prossime decisioni saranno prese “incontro dopo incontro” e non fornisce indicazioni sul ritmo futuro dei tassi, affermando che “le pressioni rimangono elevate, poiché la crescita dei salari è ancora alta e l’inflazione probabilmente rimarrà sopra il target per gran parte del 2025″.

“Abbiamo deciso di tagliare i tassi oggi perché la nostra fiducia nel percorso futuro dell’inflazione è aumentata”, ha dichiarato Christine Lagarde nel corso della conferenza stampa, sottolineando che “la strada non sarà lineare, potrebbero esserci dei dossi”.

Le proiezioni di giugno prevedono infatti un’inflazione media del 2,5% per quest’anno nell’Eurozona, del 2,2% per il prossimo anno e dell’1,9% nel 2026. Da questo punto di vista, l’Italia si può considerare fortunata: secondo gli ultimi dati dell’Eurostat, nel nostro Paese l’inflazione è dell’1%, tra le più basse in Europa.

Come cambiano le rate mutui dopo il taglio

Dopo la riduzione dei tassi da parte della Bce, è ipotizzabile un lieve, ulteriore ribasso. Facile.it ha calcolato che un taglio di 25 punti base potrebbe portare a una riduzione di 18 euro per i mutui a tasso variabile. Analizzando l’andamento dei Futures sugli Euribor, emerge che la rata, salita a 747 euro a maggio 2024, potrebbe scendere di circa 37 euro entro la fine dell’anno e di 55 euro entro giugno 2025, arrivando quindi a 692 euro tra 12 mesi.

Se i tassi variabili restano ancora elevati, quelli fissi sono però più vantaggiosi. Sempre secondo l’osservatorio di Facile.it, esaminando le migliori offerte disponibili online per un mutuo standard di 126 mila euro in 25 anni, i tassi fissi partono da un Tan del 2,87%, che corrisponde a una rata mensile di 589 euro.

“Per acquistare un’automobile da 25mila euro interamente a rate, con un finanziamento di 10 anni, il costo totale è passato da 37.426 euro a fine 2021 a 48.961 euro a fine 2023. Adesso, però, potrebbe scendere a 38.101 euro, con un risparmio complessivo di 10.859 euro (-22,2%) rispetto ai tassi di fine 2023 – stima Fabi, il sindacato dei bancari italiani – Per acquistare una lavatrice da 750 euro interamente a rate, con un finanziamento di 5 anni, il costo totale è passato da 942 euro a fine 2021 a 1.106 euro a fine 2023. Adesso potrebbe scendere a 951 euro, con un risparmio complessivo di 155 euro (-14%) rispetto ai tassi di fine 2023″.

Fabi inoltre ricorda che già da alcuni mesi le banche, in previsione di un ritorno a una politica monetaria meno restrittiva da parte dell’Eurotower, hanno anticipato la prevista riduzione dei tassi. Infatti, “i tassi sui mutui sono già diminuiti a una media del 3,69%, rispetto a livelli medi superiori al 5% del 2023″ e potrebbero calare ancora al 3,45%: una riduzione che comporterà, nel caso di un prestito immobiliare di 25 anni da 200mila euro, “un risparmio complessivo di quasi 62.000 euro (-17%)”.

La riduzione del costo del denaro decisa oggi dalla Banca centrale europea rappresenta una svolta fondamentale per l’area euro: per le banche, che in parte avevano già anticipato da mesi il taglio dei tassi, ci sarà l’occasione, nei prossimi mesi, di migliorare ulteriormente le condizioni praticate sui mutui alle famiglie e sui prestiti alle imprese. Nell’arco del 2024, saranno probabilmente deliberate altre riduzioni da parte della Bce, con il tasso base che entro dicembre potrebbe scendere al 3,5%-3,75%. L’inflazione, pertanto, dovrebbe restare su livelli decisamente meno preoccupanti rispetto alle fiammate del 2022 e del 2023, favorendo così la stabilità dei prezzi. Ne conseguirà, complessivamente, un vantaggio per il ciclo economico, a partire dai consumi per arrivare al mercato immobiliare e non solo, con una spinta significativa alla crescita di tutto il pil sia della zona euro sia, in particolare, dell’Italia”. A sottolinearlo il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, commentando la riduzione del costo del denaro dal 4,5% al 4,25% e lo studio della Federazione autonoma bancari italiani sui tassi praticati dalle banche alla clientela.

Le parole dell’Unc: “Ribasso pari a 18 euro al mese, 216 all’anno”

Una notizia accolta con favore anche da Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori: “Bene era ora! Il ribasso annunciato dei tassi è una buona notizia sia per l’abbassamento degli oneri sul debito pubblico, sia per le imprese e le famiglie che devono chiedere un prestito o un mutuo, sia per quelle che hanno già sottoscritto un mutuo a tasso variabile. Sia chiaro, però, che le prossime decisioni della Bce dovranno dipendere dall’andamento dell’inflazione che deve continuare a scendere e che resta sempre, come diceva Einaudi, la più iniqua delle tasse”.

Secondo lo studio dell’associazione di consumatori, considerando l’importo, la durata media di un mutuo e l’ultimo Taeg comunicato da Bankitalia, 4,21 per cento, una riduzione dei tassi di 25 punti percentuali, nel caso di un pieno trasferimento sull’Euribor, corrisponde a una diminuzione della rata, per chi ha contratto ora un mutuo a tasso variabile, pari a 18 euro al mese, 216 euro all’anno. Un risparmio che poi si riduce man mano che il mutuo si avvicina alla sua scadenza e si paga quasi soltanto la quota capitale.

 

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