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Una sanatoria. Difficile definire diversamente le modifiche che la Lega ha messo nero su bianco (a quattro giorni dalle elezioni) per ampliare la portata del decreto Salva-casa. Si va dai micro-appartamenti abitabili già da 20 metri quadrati al limite ai soffitti a 2,4 metri, dall’abitabilità dei locali al piano terra all’estensione delle tolleranze agli immobili ancora da costruire. Ciliegina sulla torta del liberi tutti, infine, è la cosiddetta norma Salva-Milano, per risolvere il caso dei grattacieli di Milano, bloccati dalla magistratura perché ritenuti abusivi.

Le mani della Lega sull’edilizia – Il provvedimento inizierà l’iter parlamentare la prossima settimana, subito dopo la pausa per le elezioni europee, ma Salvini ha già anticipato quale sarà la prossima mossa per mettere le mani della Lega sul comparto: trasformare il ministero, il Mit, in Mite, aggiungendo proprio la ‘e’ finale di edilizia. Si tratterebbe di un ricalco del Mite di draghiana memoria, ma la denominazione del ministero della Transizione ecologica resta oggi vacante, abbandonato dal governo Meloni per il nuovo Mase. Proprio al Mit la Lega punta ad affidare il compito di adottare il Piano casa Italia per il riordino di edilizia residenziale e sociale guardando a nuovi modelli di cooperazione pubblico-privato con gli operatori del credito che hanno vocazione sociale (“fondi pazienti”).

Le modifiche al Salva Casa – L’attesa è però soprattutto per l’emendamento che consentirà l’abitabilità dei ‘micro appartamenti’. La Lega proporrà nuovi limiti di 20 metri quadrati, dagli attuali 28, per una persona e di 28 per due, dai 38 di oggi. Per l’altezza dei soffitti, l’obiettivo è passare dal minimo di 2,70 metri a 2,40 (come già consentito per corridoi e bagni). “Ragionevole e di buon senso” anche poter cambiare la destinazione d’uso di un locale posto al piano terra per ricavarne un’abitazione, come sollecitato in particolare dai piccoli Comuni e dai borghi storici. Le nuove tolleranze saranno estese anche agli immobili futuri “per garantire una uniformità della disciplina e un trattamento uniforme per tutti gli interventi edilizi”. Modifiche riguarderanno poi la verifica in loco dei lavori per evitare che, una volta ottenuto un certificato di agibilità/abitabilità da un tecnico del Comune o della Asl, nessuno possa rilevare difformità successivamente. Semplificazioni arriveranno via emendamento anche sugli interventi realizzati prima del 1977, l’anno della legge Bucalossi, e per l’iter di regolarizzazione di parziali difformità, limitando l’entità (e quindi l’importo) dei lavori che possono essere richiesti per regolarizzare l’immobile circoscrivendoli solo a quelli che sono necessari e imprescindibili per la sicurezza. Limiti anche al potere sostituivo delle Regioni, che oggi possono annullare il rilascio del titolo edilizio dei Comuni anche dopo 10 anni, e soluzione con il Salva Milano “per le centinaia di famiglie che vivono oggi in palazzi che non possono essere abbattuti” anche in altre città.

Ecco la “norma Salva-Milano” – La cosiddetta norma ‘Salva-Milano‘ (“molto auspicata dalle amministrazioni locali”) come ampiamente annunciato è entrata nel pacchetto di emendamenti della Lega al decreto ‘Salva-casa’, assegnato alla Camera dei deputati, dove il prossimo 11 giugno sarà incardinato nella Commissione ambiente e infrastrutture. “Non entrando nel merito delle inchieste giudiziarie, non possiamo permetterci di bloccare le autorizzazioni edilizie, arrestando lo sviluppo e la crescita delle città”, spiega il partito di Matteo Salvini, secondo il quale è necessario “un intervento per aiutare le centinaia di famiglie che vivono oggi in palazzi che non possono essere abbattuti”. L’intento dell’emendamento “è quello di trovare soluzioni al problema delle ristrutturazioni edilizie che non riguardano solo Milano, ma anche altre città dove per anni si è lavorato seguendo la stessa interpretazione di norme. Sono problemi che nascono dalla sovrapposizione tra la normativa statale, la normativa regionale e i provvedimenti adottati da alcuni Comuni, che consentono la cosiddetta ‘demo-ricostruzionè con Scia“, viene spiegato.

 

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