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Chi possiede terreni agricoli potrà accedere a tanti dei nuovi incentivi previsti, ma non potrà più sfruttare il suolo per il fotovoltaico a terra. È quanto deciso dal Decreto Agricoltura. Sarà però ammesso e incentivato l’agrivoltaico.

Stop al fotovoltaico a terra!

Il recentissimo Decreto legge del 15 maggio 2024 (D.l 63/2024) mira a sostenere l’agricoltura, l’allevamento, la caccia e la pesca prevedendo incentivi per tutte quelle imprese agricole danneggiate da recenti calamità, quali la peste suina, la brucellosi e la tubercolosi bovina, nonché il granchio blu o la diffusione di fitopatie.

Oltre a promuovere e incentivare variamente il lavoro e le imprese dei settori primari italiani, il Decreto mira a tutelare l’ambiente e la sovranità alimentare e pertanto pone un freno deciso allo sfruttamento dei terreni agricoli per l’installazione di impianti fotovoltaici con moduli a terra.

Per evitare che il suolo agricolo venga sfruttato per il fotovoltaico e perda la possibilità di essere produttivo per le proprie finalità specifiche, l’articolo 5 del Decreto Agricoltura vieta l’installazione di impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra in zone classificate agricole dai piani urbanistici vigenti.

Chi aveva investito in tale settore non si preoccupi: gli impianti già in essere non devono essere smantellati e possono anche essere sostituiti con nuovi moduli, all’occorrenza, purché non venga incrementato l’uso del suolo occupato.

Se la Confagricoltura e la Coldiretti si sono dette soddisfatte dal Decreto Agricoltura, molte critiche sono invece arrivate dalle aziende del settore fotovoltaico, dal WWF e da altre associazioni ambientaliste che vedono in questo decreto un freno agli obbiettivi comunitari in materia di energie rinnovabili.

Il Piano Nazionale integrato per l’ Energia e il clima (Pniec) prevede una quota del 32% dei consumi finali di energia prodotta da fonti rinnovabili entro il 2030, ma non sarà lo stop al fotovoltaico a terra a ostacolare quest’obbiettivo, infatti, una soluzione c’è ed è anche conveniente. Vediamo quale.

Stop al fotovoltaico a terra e incentivi all’agrivoltaico!

L’agrivoltaico: cos’è e come è incentivato

L’agrivoltaico rappresenta un ragionevole compromesso per fermare lo sfruttamento del suolo agricolo senza stoppare l’installazione di impianti fotovoltaici.

L’agrivoltaico è un fotovoltaico sospeso, rialzato rispetto al suolo che consente dunque anche l’uso del terreno per attività agricole o zootecniche. L’agrivoltaico deve rispettare un’altezza minima a seconda del tipo di attività prevista nel terreno.

Questo sistema dovrebbe far sì che le piante agricole vengano coltivate sfruttando l’ombra benefica dei pannelli solari. Le piante che possono usufruire anche dell’ombra avranno meno necessità di acqua consentendo anche un risparmio idrico e meglio resistendo ai cambiamenti climatici e alle estati torride.

Il Mase (Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica) ha già pubblicato il decreto di incentivo all’agrivoltaico innovativo destinato a imprese e agricoltori.

Per promuovere la realizzazione di questi sistemi integrati di agricoltura-energia, la misura prevede l’erogazione di un contributo a fondo perduto che copre fino al 40% dei costi ammissibili per l’installazione dell’agrivoltaico.

Il contributo finanziato dal PNRR è abbinato a una tariffa incentivante sulla quota di energia elettrica immessa in rete. Tale incentivo è gestito dal GSE.

Tra gli incentivi previsti per il fotovoltaico, sono dunque particolarmente convenienti quelli per l’agrivoltaico. Grazie al Decreto Agricoltura e agli incentivi del Mase, comprare terreni agricoli sta diventando un investimento sempre più allettante per molti.

Stop al fotovoltaico a terra e incentivi all’agrivoltaico: Foto e immagini



 

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