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Viterbo – Molti genitori chiedono un incontro con la sindaca Frontini per chiedere all’amministrazione di fare un passo indietro rispetto ad una scelta che, a un anno di distanza, avrebbe prodotto soltanto l’ennesimo fallimento

di Daniele Camilli

Viterbo – “La soppressione delle convenzioni con gli asili nido ha portato a una situazione dannosa per le famiglie, le strutture e le lavoratrici”. Genitori in rivolta contro la soppressione delle convenzioni con gli asili nido. Convenzioni sostituite dal comune di Viterbo con contributi dati direttamente alle famiglie. Una scelta, quella dell’amministrazione della sindaca Chiara Frontini e nello specifico dell’assessora alle politiche sociali Patrizia Notaristefano, che a distanza di un anno avrebbe prodotto soltanto l’ennesimo fallimento. Al punto che oltre il 97% delle famiglie che mandano i figli ai nidi vorrebbe appunto il ritorno alle convenzioni.

In questi giorni, in diversi asili del capoluogo, molti genitori stanno firmando una lettera da mandare alla sindaca Frontini per chiedere di ascoltare “le istanze delle famiglie che sono state interessate dalle novità introdotte in materia di asilo nido”. E per sottolineare che l’eliminazione delle convenzioni “non ha tenuto minimamente conto della sostenibilità economica sia delle famiglie, che si sono ritrovate ad anticipare gli importi dovuti, sia delle strutture ricettive che, per offrire un servizio asilo nido adeguato, devono far ricadere sulle famiglie stesse che Lei vorrebbe aiutare, i costi strutturali del servizio (locali, utenze, personale qualificato etc)”.


Viterbo – L’assessora alle politiche sociali Patrizia Notaristefano


“A nome di tutte le famiglie – inizia così la lettera dei genitori rivolta a Frontini – le chiediamo cortesemente di darci udienza affinché ci venga data la possibilità di presentarLe le istanze delle famiglie che sono state interessate dalle novità introdotte dalla vostra amministrazione in materia di asilo nido e sostegno alle famiglie lo scorso anno. Misura che, le ricordiamo, prevedeva l’erogazione del contributo direttamente alle famiglie per la frequenza all’asilo nido anno educativo 2023/2024 e soppressione delle convenzioni e contributi direttamente alle strutture asilo nido”.

“Questo meccanismo – prosegue la lettera sottoscritta dai genitori – sebbene nato con l’intento di voler aiutare l’economia delle famiglie non ha tenuto minimamente conto della sostenibilità economica sia delle famiglie, che si sono ritrovate ad anticipare gli importi dovuti, sia delle strutture ricettive che, per offrire un servizio asilo nido adeguato, devono far ricadere sulle famiglie stesse che Lei vorrebbe aiutare, i costi strutturali del servizio (locali, utenze, personale qualificato etc).

La convenzione con le strutture non solo forniva la possibilità di meglio rispondere alla domanda delle famiglie ma anche al comune di accedere ai contributi regionali stanziati per gli anni elettivi 21-24 e nuovamente confermati per gli anni 24-26 (cf. Programma regionale dei servizi educativi per la prima infanzia, ai sensi dell’art. 49 della Legge regionale n. 7/2020, 2024-2026). La mancata attivazione delle convenzioni da parte del comune di Viterbo, infatti, non solo non si allinea con quanto promosso dalla Dgr n. 285/2022 che ha programmato euro 1.443.044,01 per una maggiore diffusione del sistema integrato ma ha anche comportato da parte del comune, alla rinuncia del contributo che la regione Lazio erogava alle casse comunali proprio per il sostentamento delle convenzioni, importo che il prossimo gennaio 2025 cesserà di pervenire alla sua amministrazione”.


Un asilo nido

Un asilo nido


“Tenuto conto – continua la lettera dei genitori – che in particolare, la legge 24 dicembre 2012, n. 228 (Disposizioni in materia di semplificazione e razionalizzazione del sistema normativo), all’articolo 1, comma 2, lettera d), stabilisce che i comuni sono tenuti a ‘favorire la diffusione dei servizi per la prima infanzia’. Tenuto conto che la legge 10 dicembre 2018, n. 132 (Disposizioni in materia di tutela dei diritti di minori e adozioni), all’articolo 1, comma 2, lettera d), stabilisce che lo Stato e gli enti locali ‘sostengono le famiglie con figli piccoli, anche attraverso la promozione e il sostegno di servizi per la prima infanzia. Tenuto conto che il numero di posti che le strutture convenzionate – ad oggi in grande difficoltà dopo l’annullamento della convenzione – erano in grado di garantire era maggiore rispetto a quello delle sole strutture private (cfr. Elenco servizi educativi per l’infanzia accreditati) e meglio rispondeva alla domanda delle famiglie di Viterbo. Tenuto conto che lo scorso 22 giugno l’assessora Notaristefano dichiarava che ‘la misura adottata dall’amministrazione sui nidi vuole andare incontro alle famiglie, sostenendole nel pagamento delle rette dei loro figli.

Questa misura oltre a favorire l’incremento del numero dei bambini che potrà accedere al servizio asili nido, vuole supportare adeguatamente le famiglie che in questo momento storico si trovano ad affrontare sempre maggiori spese, e garantire una libera scelta del nido’. 

Tenuto conto che alle famiglie delle strutture ex-convenzionate è stato sottoposto un questionario di gradimento sulle modalità di accesso alle agevolazioni economiche (in convenzione o tramite versamento alle famiglie) e che del totale dei questionari il 97.18% si è espresso a favore di un ritorno alle convenzioni. Con la presente chiediamo, a nome di tutte le famiglie che rappresentiamo, un incontro affinché la nostra voce oggi possa dare seguito personalmente a quanto emerso dai sondaggi sopra richiamati e quindi mostrare e spiegare le ragioni per le quali le famiglie a cui la vostra misura era rivolta si sono trovate esattamente nella situazione opposta a quella auspicata dalla vostra amministrazione. Una situazione dannosa che ad oggi coinvolge anche le strutture e le lavoratrici delle medesime”.


Chiara Frontini

Viterbo – La sindaca Chiara Frontini


“Cara sindaca – conclude la lettera dei genitori a Frontini – se come immaginiamo ha a cuore le sorti delle famiglie e delle lavoratrici-educatrici viterbesi, e se come dichiarava Notaristefano, la misura era rivolta ad agevolare le famiglie, a seguito di quanto le stiamo comunicando, converrà con noi dell’esigenza di volerci dare udienza per darci la possibilità di spiegare de visu, conti alla mano, la direzione verso la quale andremo perseguendo la via della rinuncia alle convenzioni e per valutare insieme quale provvedimento è più opportuno prendere per il prossimo anno scolastico in apparenza lontano ma di fatto alle porte”.

Daniele Camilli

10 giugno, 2024



 

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