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Quella di oggi, mercoledì 12 giugno, dinanzi al Tribunale di Milano avrebbe dovuto essere l’udienza in cui dichiarare lo stato di insolvenza di Acciaierie d’Italia Holding, la casa madre di tutte le aziende del gruppo.

Invece all’orizzonte si profila l’arrivo di uno o più consulenti tecnici cui toccherà valutare il destino di AdIH che vede Invitalia detenere il 38% delle quote mentre il restante 62% è in mano ad ArcelorMittal. Questo mentre sia i commissari straordinari che la Procura di Milano insistono con la richiesta di insolvenza che, di fatto, serve a far partire l’amministrazione straordinaria. Come si ricorderà, la dichiarazione di insolvenza è già intervenuta, sebbene anche in questo caso in tempi diversi, per Acciaierie d’Italia spa e per le altre società AdI Energia srl, AdI Servizi marittimi srl e AdI Tubiforma. A giudizio dei pm che chiedono lo stato di insolvenza c’è il conflitto ormai insanabile tra i due soci e dal quale non se ne riesce ad uscire. Per il giudice di Milano, Laura De Simone, per sbrogliare l’intricata matassa è necessario l’intervento dei consulenti tecnici.
Nel corso dell’udienza si è parlato anche del contratto di affitto degli impianti scaduto lo scorso 31 maggio e stipulato tra l’ex Ilva di Taranto e Acciaierie d’Italia Holding. Quello nuovo, invece, vede la firma tra l’ex Ilva in as e AdI spa in amministrazione straordinaria. Altro nodo da sciogliere è quello relativo al credito che Invitalia vanta e che ammonta a 700 milioni di euro quale finanziamento nei confronti di AdIH della quale, come già detto, è socia al 38%.
E a proposito di crediti e creditori, oggi in aula era presente anche l’ex ad di Acciaierie d’Italia, Lucia Morselli, che, nei giorni scorsi, ha avanzato richiesta di rientrare di 2 milioni di euro quale corrispettivo per l’incarico da lei svolto. “L’udienza è andata molto bene – ha dichiarato, come riporta Il Sole 24Ore Radiocor, all’uscita dell’udienza Lucia Morselli -. Il giudice – ha aggiunto – ha capito che la situazione è complessa e, quindi, nominerà dei consulenti. La materia è complicata. Quanto ai tempi vorrei che fosse presto ma non dipende da noi” ha poi concluso non prima di esprimere fiducia nella magistratura: “Io so che i giudici sono correttissimi e molto indipendenti”.
Tutto questo alla vigilia dell’udienza del prossimo 19 giugno quando ci sarà l’adunanza dei creditori per l’insinuazione allo stato passivo di Acciaierie d’Italia. Creditori tra i quali ci sono gli autotrasportatori che fanno capo a Casartigiani che continuano a battere cassa nei confronti del governo e dei commissari di AdI. I vertici dell’associazione di categoria hanno inviato al sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Alfredo Mantovano, ai tre commissari straordinari, e ai ministri alle Imprese e al Made in Italy, Urso, agli Affari europei-Sud-Coesione-Pnrr, Fitto, al Lavoro, Calderone, e all’Economia e Finanza, Giorgetti, una nuova lettera con la quale chiedono un incontro urgente anche per porre rimedio al fatto che molte aziende dell’autotrasporto sono rimaste escluse dalla prededucibilità dei crediti vantati nonostante, fa presente Casartigiani nella sua lettera, in sede giudiziale molte imprese dell’autotrasporto hanno ottenuto dalla magistratura ragione sulla prededuzione dei propri crediti vantati nei confronti dell’ex-Ilva.

 

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