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Controlli fiscali su ricariche carte prepagate, quando scattano?

Per ogni utilizzo che si fa della carta prepagata e per ogni cifra ricevuta in accredito, l’Agenzia delle entrate prevede un tracciamento.

L’occhio del fisco italiano è costantemente vigile e punta tutti gli strumenti in cui transita denaro. Al contrario di quanto si potrebbe frettolosamente immaginare, anche le carte prepagate rientrano nell’elenco dell’Agenzia delle entrate.

In fondo le prepagate sono molto ricercate e utilizzate dagli italiani per via della facilità di utilizzo ma anche per i bassi costi di gestione. Oltretutto consentono di effettuare e ricevere ricariche in tempo praticamente reale e di conseguenza si rivelano strategiche tutte le volte che bisogna effettuare un acquisto online. Approfondiamo meglio:

  • Controlli fiscali su ricariche carte prepagate, quando scattano

  • Carte prepagate e controlli retroattivi, come funzionano

Controlli fiscali su ricariche carte prepagate, quando scattano

Una prima precisazione è d’obbligo: i controlli fiscali dell’Agenzia delle entrate coinvolgono in pieno anche le carte prepagate ovvero la carta Postepay. Non ci sarebbe alcun motivo per cui il fisco italiano dovrebbe trascurare questo settore che, anzi, è tra i più prolifici. C’è uno strumento ben preciso che il fisco italiano utilizza per effettuare i controlli ed è l’Archivio dei rapporti finanziari. Già denominato Anagrafe dei conti correnti, si tratta di grande archivio in cui sono annotati i passaggi di denaro.

Come spiegato, non c’è motivo per cui la lente di ingrandimento del fisco non dovrebbe posarsi in questo comparto. Succede perché ciascun intermediario finanziario deve rendicontare i rapporti con i propri clienti. Per intenderci, si tratta del numero di conto al saldo, dalle movimentazioni ai servizi previsti, sia nei confronti del privato che dell’azienda, del professionista e dell’imprenditore, del disoccupato e del pensionato.

Detto in altri termini, per ogni utilizzo che si fa della carta prepagata e per ogni cifra ricevuta in accredito, l’Agenzia delle entrate prevede un tracciamento. E attenzione, le cosiddette carte prepagate anonime non sfuggono da questa situazione.

Per ricaricare fisicamente la carte Postepay di persona occorre recarsi a un ufficio postale con versamento in contanti, con un’altra carta Postepay o con una carta Postamat Maestro o un’altra carta Bancoposta abilitata; agli sportelli automatici Postamat anche con carta di pagamento aderente al circuito internazionale Visa, Visa Electron, Vpay, MasterCard e Maestro; alle ricevitorie Sisal in contanti da un minimo di 1 a un massimo di 997,99 euro a operazione; alle tabaccherie convenzionate al servizio con Banca ITB alle stesse condizioni delle ricevitorie Sisal.

Carte prepagate e controlli retroattivi, come funzionano

Altro aspetto di cui tenere conto sono i controlli retroattivi sull’uso della carta prepagata. Possono tornare indietro fino a 5 anni. In ogni caso, il contribuente deve dichiarare le somme percepite sulla carta prepagate solo se costituiscono reddito imponibile ovvero si tratta di importi da tassare.

Uno dei punti di forza delle prepagate come la Postepay è la sua versatilità poiché consente molte operazioni e a costo zero. Più precisamente, permette di pagare acquisti in Italia e all’estero nei negozi che accettano i circuiti Visa e Visa Electron; bollettini, modelli F24, ricariche dei cellulari; i pedaggi autostradali in Italia.

Allo stesso tempo consente di prelevare denaro presso gli uffici Postali e presso gli ATM Postamat; presso gli ATM bancari che espongono il marchio Visa e Visa Electron, in Italia e all’estero.

Di più: la carta Postepay permette di utilizzare i servizi di ricarica ricorrente PosteMobile da attivare presso gli uffici postali; i servizi online del sito Poste Italiane accedendo al menù servizi online; i servizi Tim Automatica e BancoTim da attivare presso gli ATM Postamat.

Altri campi di utilizzo sono l’adesione al Sistema sicurezza web; il controllo dei movimenti attivando gratuitamente il servizio SIMply BancoPosta; la gestione dei pagamenti dal proprio smartphone, associando la Postepay alla SIM dall’app PosteMobile o dal sito postemobile.it; la possibilità di effettuare acquisti online sui siti che accettano carte Visa con autorizzazione online.

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