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Dl Omnibus, verso il via libera in Senato: quasi 1 miliardo dal concordato preventivo biennale #finsubito prestito immediato

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Ultim’ora news 30 settembre ore 20


Stretta contro la pirateria audiovisiva e accelerazione sui tempi di erogazione dei fondi Pnrr, nonché poste le fondamenta per la creazione di un portale unico per la valorizzazione degli immobili pubblici italiani. Queste sono alcune delle principali novità contenute nel dl Omnibus promosso dalle Commissioni e vicino a essere licenziato in via definitiva dall’Aula del Senato, con un voto di fiducia al governo sul testo proprio per accelerare i tempi per passare alla Camera per la conversione in legge entro il termine per la conversione fissato all’8 ottobre.

I riflettori sono sicuramente puntati sull’ok al condono per cinque anni d’imposta (dal 2018 al 2022) per le circa 2,7 milioni di partite Iva che hanno applicato le pagelle fiscali e che aderiranno al concordato preventivo biennale entro il prossimo 31 ottobre.

In sostanza, con questo «ravvedimento operoso», come lo chiama la maggioranza, i contribuenti che entro il 31 ottobre aderiranno al «concordato preventivo biennale» (sistema per pagare aliquote ridottissime, dal 3 al 15%, sui maggiori redditi dichiarati nel 2024 e nel 2025) potranno sanare le somme evase nel 2018-2022 a condizioni particolarmente vantaggiose. Innanzitutto, non sono previsti interessi e sanzioni.

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Inoltre, bisognerà dichiarare solo una minima parte dell’imponibile evaso: dal 5% per i contribuenti più affidabili (quelli cioè con un indice Isa pari a 10), al 50% per quelli con l’indice inferiore a 3. E su questo imponibile si pagherà un’imposta sostitutiva del 10% se l’Isa è di almeno 8, del 12% con Isa tra 6 e 8 e del 15% per chi ha un «livello di affidabilità fiscale inferiore a 6». Con la possibilità di sanare anche l’Irap con un’aliquota unica del 3,9%.

Non solo. Per gli anni del Covid, cioè il 2020-21, l’imposta sostitutiva viene diminuita del 30%. Infine, si potrà pagare in un’unica soluzione entro il 31 marzo 2025 (entro il 30 novembre 2024 per l’anno d’imposta 2018), ma anche in 24 rate mensili.

A questo però farà fronte un aumento dei termini di accertamento: più lungo (fino al 31 dicembre 2027) per chi sceglie il ravvedimento e più contenuto (un anno per i termini in scadenza a fino al 2024) per chi accetta solo il risultato del Fisco con il concordato.

«Semplice vero?» chiede ironicamente il deputato Emiliano Fenu, capogruppo del M5s in commissione Finanze a Montecitorio. Davvero il governo Meloni è «lo stesso che voleva introdurre la flat tax per semplificare il sistema tributario. E non solo così non lo semplifica ma fa a pezzi la semplificazione e complica il sistema per buttarci dentro un osceno condono, forse sperando che qualcuno non se ne accorga».

L’impatto della misura per le finanze pubbliche italiane è stimato in 986 milioni nel periodo 2025-29: 144 milioni tra il 2025 e il 2027 sono generati dalla stessa sanatoria, mentre la parte residua di circa 842 milioni arrivano dal fondo per l’attuazione dell’intervento, come ad esempio una riduzione della pressione fiscale generalizzata.

La misura per velocizzare i pagamenti Pnrr

Semaforo verde dalle Commissioni anche al correttivo del governo per velocizzare i pagamenti del Pnrr, sperando così di accelerare anche i cantieri. Ad oggi i fondi messi a terra sono stati quasi 51,5 miliardi, meno del 30% delle risorse ottenute da Bruxelles.

Nello specifico, «le Amministrazioni centrali titolari delle misure provvedono al trasferimento delle occorrenti risorse finanziarie, fino al limite cumulativo del 90% del costo dell’intervento a carico del Pnrr, entro il termine di 30 giorni decorrenti dalla data di ricevimento delle richieste di trasferimento» inoltrate dai fornitori delle opere in ambito Recovery. Altri 30 giorni le amministrazioni centrali provvederanno poi all’erogazione del saldo finale e «ai controlli sulla documentazione giustificativa presentata».

Stretta nella lotta alla pirateria

Arrivano inoltre due novità in tema di calcio (e non solo), che rivedono le regole sul diritto d’autore e prevedono una stretta sulla pirateria in tv e via streaming.

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

Da un lato, si impone ai «fornitori di servizi Vpn e quelli di Dns pubblicamente disponibili» di bloccare l’accesso ai contenuti diffusi abusivamente in materia di sport, film e serie tv. Dall’altro, i cosiddetti prestatori di servizi di accesso alla rete devono segnalare immediatamente all’autorità giudiziaria casi di frode. L’omissione può costare carissima perché sarà punita «con la reclusione fino a un anno», oltre a vedersi applicate tutte le sanzioni pecuniarie previste per i delitti informatici e trattamento illecito di dati. Una stretta necessaria, ha spiegato il senatore di Forza Italia, Dario Damiani: «ci sono circa 5 milioni di utenti che oggi usufruiscono di contenuti illegali, con una perdita di gettito fiscale di circa 1 miliardo e 700 milioni di euro». 

Banche dati uniche per il patrimonio pubblico

Sul fronte immobiliare, «nell’ottica della valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico e dell’efficientamento della spesa pubblica» il ministero dell’Economia, con uno o più decreti ad hoc, potrà avviare processi di interoperabilità tra la sua banca dati degli immobili pubblici e quelle di tutte le amministrazioni pubbliche (comprese scuole ed università, enti locali e sanitari, camere di Commercio e di categoria, e le Agenzie) nonché dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Per la sostanziale unificazione della piattaforma pubblica sugli immobili sono stanziati 50 mila per il 2024.

Invece, dal 1° gennaio 2025, verranno esclusi caravan, case mobili per vacanze e tutti i mezzi mobili di pernottamento su ruote che si trovano in strutture ricettive turistiche all’aperto dalla determinazione del valore  catastale delle aree. Così da «dare finalmente chiarezza al settore del turismo open air, che ha grande potenzialità» ha sottolineato il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio, responsabile del dipartimento Turismo della Lega.

Guardando a qualche misura più specifica nel dl Omnibus, c’è il via libera poi al salvataggio della Fondazione Santa Lucia di Roma e al rifinanziamento di altri 2 milioni per il bonus psicologico. Da notare inoltre i 10 milioni stanziati a favore degli allevatori della filiera suinicola danneggiati dal blocco della vendita degli animali per la diffusione della peste suina africana, e altri 13 milioni previsti «per la messa in opera delle recinzioni e delle strutture temporanee per il contenimento dei cinghiali selvatici».

Inascoltata l’Antitrust su Poste

Rimasto inascoltato l’appello dell’autorità Antitrust al governo sulla necessità di eliminare la disposizione del dl Omnibus che di fatto abroga l’articolo del Testo Unico della Concorrenza del 1990, secondo cui un’impresa che svolge un servizio pubblico in monopolio non può utilizzare gli asset funzionali a tale servizio per fare concorrenza sleale ad altre imprese in mercati contigui. Secondo l’Agcm dunque andrebbe ristabilita la norma che obbligherebbe Poste Italiane ad aprire i suoi uffici diffusi in tutto lo Stivale ai concorrenti nella vendita retail di luce e gas.

Diverse altre modifiche al testo sono state proposte durante l’esame in Commissione, senza però riuscire ad approdare in Aula.

Ad esempio, non è passato il saldo e stralcio al 50% dei crediti d’imposta ricerca e sviluppo, che è stato derubricato a ordine del giorno. Ritirati, tra gli altri, l’emendamento a prima firma Paola Ambrogio (Fratelli d’Italia) che prevedeva il posticipo al 2026 dell’obbligo per le aziende di assicurarsi contro le catastrofi, nonché la proposta, a prima firma Guido Castelli (Fdi), che proponeva un «contributo annuo aggiuntivo, autonomo e distinto pari allo 0,05% dell’ammontare delle accise versate» in capo ai titolari di impianti di produzione o stoccaggio di prodotti petroliferi da compartecipare con i Comuni sedi degli impianti.

In materia di Paperoni stranieri, resta il raddoppio della flat tax annuale sui redditi prodotti all’estero «realizzati da persone fisiche che trasferiscono la propria residenza fiscale in Italia» che dagli attuali 100 mila euro sale a 200 mila. Ma non diventa concreta, almeno per ora, aggiunge la possibilità per i super-ricchi approdati in Italia di beneficiare di un dimezzamento dell’imposta sostitutiva a 100 mila euro «per ciascun periodo di imposta» qualora effettuino un investimento di almeno 1 milione di euro «in uno strumento di investimento collettivo che sarà istituito da un decreto del ministero dell’Economia entro 60 giorni dall’entrata in vigore della disposizione». Così si leggeva nell’emendamento firmato dai leghisti Claudio Borghi, Elena Testor e Marco Dreosto, che richiamava a sua volta la precedente proposta affidata alle pagine di MF-Milano Finanza da Stefano Loconte e Giuseppe Pintaudi. (riproduzione riservata)



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