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Scafati piazza il colpaccio, Sassari cade #finsubito richiedi mutuo fino 100%

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Sassari, 28 settembre 2024 – Doveva essere la serata della rinascita della nuova Dinamo Sassari ed invece è la Givova Scafati a fare la festa ai sardi, rasentando la perfezione e imbrigliando alla perfezione i padroni che cadono tra le mura amiche con il punteggio di 86-97, senza praticamente mai lottare.

Il Banco di Sardegna era chiamato al pronto riscatto, dopo il duro colpo subito ai preliminari di BCL in Turchia, ed invece è arrivato un altro brusco stop, forse ancora più grave di quello subito nella finale con Bonn, consegnandosi di fatto all’avversario. 

Altro passo indietro per gli uomini di coach Nenad Markovic, in una gara in cui sono venuti al pettine tutti i nodi di una squadra allestita certamente con meno talento offensivo degli anni passati, senza prime donne, ma con l’idea di aggiungere giocatori capaci di calarsi al meglio all’interno di un gruppo con meno punti nelle mani, ma certamente più compatto e dedito alla difesa: tutte cose che stasera non si sono viste.

Non è bastato un Michal Sokolowski scintillante da 30 punti, 5/7 da tre, a tenere in piedi una Dinamo macchinosa in attacco, lenta nel giro palla e incredibilmente imprecisa al tiro, specialmente dalla lunga distanza. Un primo tempo da horror con 1/14 dai 6 metri e 75 e il 7% (!), alzandosi fisiologicamente fino al 27% che però non è bastato ai sardi per consolidare il break in avvio di ripresa, dopo aver toccato il massimo vantaggio di +9.

Bene anche gli altri ragazzi dell’est in casa Dinamo, come il ritrovato capitano Eimantas Bendzius, 14 punti, tornato a calcare il parquet della LBA dopo un anno di stop, e il nuovo arrivato, l’esperto Miralem Halilovic, 13 punti e una prestazione di grande impatto.

Male tutti gli altri, specialmente i playmaker Bibbins e Cappelletti, incapaci di far alzare i giri di un motore che si è ingolfato fin da subito, anche a causa dei tanti tiri aperti sbagliati dai sassaresi che hanno pesato e non poco sull’economia della partita e sulla fiducia dei biancoblu.

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Una panchina incapace di dare il proprio apporto, a cominciare dal lungo Renfro, giocatore non da palati fini ma dal notevole impatto atletico che, però, ancora non ha fatto vedere nelle gare ufficiali; o come il reparto italiani, con Tambone e Udom, completamente evanescenti e autori di due virgole eloquenti.

Dalla altra parte una Givova Scafati nel caos, atterrata in Sardegna con mille dubbi e con un roster stravolto nel giro di poche settimane: prima il caso Amida Brimah, poi gli insistenti rumors dei probabili tagli di alcuni nuovi arrivati come Levan Babilodze, Sage Tolbert e Frank Mason, fino gli arrivi dell’ultimo minuto del veterano Andrea Cinciarini e Vojtech Hruban, con quest’ultimo non ancora atterrato in Campania e perciò con le rotazioni risicate fino all’osso.

Nonostante gli uomini di coach Marcelo Nicola hanno compiuto un’autentica impresa, aggredendo costantemente una Dinamo troppo timorosa e dimostrandosi una squadra dal grande talento offensivo e con tanti punti nelle mani, trovando una serata al tiro da incorniciare, con il 54% da due e soprattutto il 62% da oltre l’arco, con un 13/21 che ha pesantemente condizionato l’esito della gara.

Tiri pesanti che hanno continuato ad entrare anche nei minuti caldi nel quale si è deciso il match, prima con Elijah Stewart, 16 punti, e poi con l’MVP, a sorpresa, Paulius Sorokas, l’ex di serata si è trasformato in carnefice con una prestazione clamorosa da 22 punti, 11 dei quali solo negli ultimi dieci minuti.

Gara equilibrata fin dall’avvio, con gli ospiti che mettono subito in chiaro una cosa: non sono venuti in Sardegna per fare da vittima sacrificale.

Sokolowski inizia a scaldare la mano, ma non basta a Sassari per piazzare il primo allungo, perché prima Gray, 16 punti, e poi Pinkins, 13 punti, rispondono presente. Halilovic domina il pitturato, ma Scafati resta aggrappata con i suoi tiratori e il primo periodo si chiude con gli ospiti avanti sul 21-22.

Il Cincia inizia a fare la conoscenza dei compagni e comincia a smazzare i primi assist della sua stagione. La Dinamo trova il fondo della retina con sempre più difficoltà, Bibbins e Fobbs sono appannati, ed è costretta ad inseguire costantemente la Givova, trainata da un Miaschi infallibile al tiro.

Gray porta a spasso Bibbins per il campo, Sassari sembra non trovare il bandolo della matassa e sprofonda sul -5 dopo i liberi di Sorokas. Ma nel momento peggiore dei sardi, che tirano con il 7% da tre, si risveglia, come per magia, Fobbs, 9 punti consecutivi che permettono alla squadra di Markovic di andare negli spogliatoi solamente sul -4, con Scafati sempre avanti con merito sul punteggio di 37-41.

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Nella ripresa Sassari sembra un’altra squadra, i pick and roll di Bibbins e Halilovic iniziano a pagare i primi dividendi e il solito Sokolowski con due triple irreali firma un parziale di 13-0.

Sembra la svolta del match, sul +9 per i sardi, ma Cinciarini, che ne ha viste tante in carriera, non ci sta e proprio una sua tripla estemporanea blocca l’emorragia di Scafati, ci pensa poi il tarantolato Gray a firmare un controbreak di 9-0 che significa nuova parità a quota 50.

La Dinamo cerca disperatamente l’allungo decisivo, ma gli ospiti rispondono colpo su colpo. Una situazione che sembra quasi avvilire il Banco che nonostante il massimo sforzo profuso è ancora costretta ad inseguire al 30° minuto, 59-60.

Elijah Stewart vuole entrare nelle pagine clou del libro della partita e firma tre triple consecutive che pesano come due macigni nel morale dei sassaresi, ora sul -12. Il Banco torna ad essere frenetico, sbagliando una vagonata di tiri aperti, cortesia non ricambiata dalla Givova che ormai è letteralmente infallibile.

I canestri di Bendzius, che riportano lo svantaggio sotto la doppia cifra, e l’espulsione di un Gray incomprensibilmente troppo nervoso, illudono i padroni di casa sulla clamorosa rimonta.

Rimonta che si infrange su un Sorokas travestito da Oscar Smith, autore di 11 punti in serie con chiudono definitivamente il match, con la gara che si trascina stancamente fino all’86-97 finale.

Per Scafati uno scalpo importantissimo per iniziare al meglio la stagione, mai infatti era riuscita a battere Sassari dal suo ritorno nella massima serie, e lo fa in un momento complicatissimo e con un’autorevolezza che ha sorpreso tanti.

Per la Dinamo Sassari un altro brutto stop che fa suonare più di un campanello d’allarme in Markovic e nello staff tecnico, con quella subdola e sinistra domanda che negli ultimi anni ha rimbombato più volte come un mantra nella testa dei vari coach e del General Manager biancoblu: “Non è che abbiamo sbagliato il roster anche questa volta?”.

Dinamo Banco di Sardegna Sassari – Givova Scafati 86-97

Parziali: 21-22; 16-19; 23-22; 26-34.

Progressione: 21-22; 37-41; 60-63; 86-97.

Sala Stampa

Marcelo Nicola, Nenad Markovic e Michal Sokolowski

Le Pagelle

Dinamo Banco di Sardegna Sassari

Alessandro Cappelletti 5: con un Bibbins in versione ectoplasma è chiamata a dare una scossa alla squadra che non arriverà mai. Confusionario, non riesce mai a prendere la partita ed a imporgli il suo di ritmo. Questo suo avvio di stagione sembra tanto un déjà vu dello scorso anno con coach Bucchi.

Justin Bibbins 5: smista sì 7 assist, ma quasi esclusivamente nei pick and roll con Halilovic, per il resto il vuoto cosmico. Al tiro non è per nulla in serata, con un eloquente 1/10 al tiro, mentre in difesa paga costantemente dazio contro Gray a cui regala 15 centimetri buoni. Brutto esordio per l’ex Nanterre.

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Miralem Halilovic 6.5: l’esperienza al servizio della squadra. Aiutato anche da una Scafati piuttosto leggera nel pitturato, fa quello che vuole contro Akin e Pinkins, stampando 13 punti e prendendo 8 rimbalzi, la metà dei quali in attacco. I problemi di falli lo limitano parecchio e quando è costretto a lasciare il posto a Renfro, per la Dinamo si spegne costantemente la luce.

Brian Fobbs 6.5: dopo la vacanza che si è preso in Turchia, di fatto non presentandosi nelle due gare di Qualification Round della BCL, un gara positiva per l’ex Bonn. Partito parecchio a rilento stasera, alla distanza prende fiducia, anche se non bastano i suoi 16 punti per portare a casa la gara.

Matteo Tambone 4.5: in Turchia è stato uno dei migliori, oggi si faticava a notare la sua presenza sul parquet. Si adegua al piattume di una Dinamo senza mordente e chiude con un’ingloriosa virgola.

Giovanni Veronesi s.v.: appena 2 minuti in campo, ma la curiosità di testare il suo impatto con la massima serie è alta.

Mattia Udom 5: chiamato a dare intensità ad una squadra che passeggia per il campo, toppa su tutta la linea senza mai dare il minimo contributo.

Eimantas Bendzius 6: anche il capitano biancoblu, al rientro in LBA dopo un anno di stop, fatica a mettere la propria impronta sul match. Sbaglia tanti tiri aperti, dando però il suo contributo in fase difensiva. Inizia a vedere il bersaglio grosso da tre troppo tardi, con la gara che ormai è scivolata via dalle dita dei sardi, ma il suo rientro è più che confortante, con 14 punti e 6 rimbalzi.

Michal Sokolowski 7.5: stasera l’attacco di Sassari è solo lui. 30 punti, conditi da un 5/7 dall’arco (71.4%) , l’unico dei biancoblu in grado di tirare sopra il 35%. Predica in un deserto offensivo preoccupante, altrimenti il passivo sarebbe potuto essere molto più pesante.

Nate Renfro 4: a ridatece Gombauld! Se il francese ha fatto storcere il naso a tanti nella passata stagione, Renfro fa pure peggio. Le gare di preparazione avevano illuso tanti sul suo conto: certamente non un pozzo di fondamentali, ma grande voglia e atletismo debordante, tutte cose sparite nelle ultime due settimane. Apatico e assente per parecchi minuti. Prova a svegliarsi nel finale con un paio di schiacciate, ma è ormai troppo tardi.

Givova Scafati

Rob Gray 6.5: ridicolizza più volte Bibbins, sfruttando i centimetri in più a suo favore, mettendo a segno 16 punti. Rischia di gettare tutto alle ortiche con un secondo tecnico sciocco che lo manda anzitempo negli spogliatoi. Per sua fortuna Scafati riesce comunque a vincerla, ma la lavata di capo di coach Nicola non sarà di certo mancata.

Alessandro Zanelli 7: chirurgico nei momenti più delicati del match. Piazza un 3/4 da tre letale, fiaccando costantemente i tentativi della Dinamo di rientrare e in difesa è il solito cagnaccio.

Paulius Sorokas 8.5: la legge dell’ex colpisce sempre e lo fa in maniera inesorabile. Top scorer di Scafati con 22 punti, la metà stampati solamente nell’ultimo periodo, tagliando definitivamente le gambe ad una Sassari arruffona che lo ha quasi sempre battezzato dall’arco. MVP del match più che meritato per il lituano.

Federico Miaschi 7: appena 6′ sul parquet, ma non sbaglia una scelta che sia una. 100% al tiro, 7 punti a referto tutti nel primo tempo. Scafati è ancora un cantiere aperto, ma potrebbe ritagliarsi un bello spazio.

Kruize Pinkins 7: parte subito a razzo, mettendo in costante difficolta tutti i lunghi sassaresi con la sua esplosività. Nel secondo tempo perde di efficacia in attacco a causa dei tanti minuti in campo, ma è granitico in difesa. Chiude con 13 punti e 5 rimbalzi.

Andrea Cinciarini 6.5: appena arrivato a Scafati, si vede che deve ancora conoscere al meglio i compagni e recuperare la forma dei giorni migliori, ma certamente non si è dimenticato come giocare e soprattutto come passarla. 6 assist e 7 punti per l’eterno rivale della Dinamo, che anche in questa circostanza ha messo la sua autorevole firma al match.

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Elijah Stewart 8: uno dei più silenti e indolenti in casa Scafati, salvo deflagrare nell’ultimo periodo come Sorokas. Stampa tre triple consecutive che sono autentiche mazzate per il morale dei sardi, che in quel momento stavano compiendo il massimo sforzo per girare l’inerzia a loro favore. L’ex Napoli mette 16 punti a referto e 2 in classifica per Scafati.

Daniel Akin 5: l’unico a non essere sintonizzato con il resto dei compagni. Halilovic non lo aiuta di certo, portandolo più volte a scuola e nonostante gli 8 rimbalzi portati giù, coach Nicola lo lascia in panca per tutto l’ultimo periodo. Anche l’inglese è arrivato da poco a Scafati, ma il primo impatto con la LBA non è stato dei migliori.

Giovanni Olmeo



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