Mediobanca, i Doris salgono nel patto e Nagel incassa il sostegno dei soci #finsubito prestito immediato

A poco più di tre settimane dall’assemblea degli azionisti in programma il 28 ottobre, si rafforza, e viene rinnovato per altri tre anni, l’accordo di consultazione di Mediobanca. La percentuale degli aderenti al patto è infatti salita dal 10,98% all’11,40% del capitale. E al suo interno cambiano anche i pesi: si registra l’apporto da parte della Finprog Italia, holding della famiglia Doris, di ulteriori 1,6 milioni di azioni che portano la sua partecipazione complessiva allo 0,73% del capitale sociale dell’istituto guidato dal ceo Alberto Nagel, dal precedente 0,53% dichiarato a febbraio scorso. La crescita del peso dell’accordo di consultazione è anche effetto del buyback che ha prodotto la riduzione del numero delle azioni che compongono il capitale di Mediobanca per annullamento di quelle in portafoglio. 

Secondo indiscrezione è peraltro possibile che l’accordo appena rinnovato si ampli ulteriormente nei prossimi mesi, e che nel perimetro entrino altri imprenditori vicini a Mediobanca magari già presenti nel capitale. La capacità di fare network con le aziende e i loro imprenditori è uno dei cardini dell’attività di Mediobanca. Ieri il ceo Nagel, alla conferenza The Future for Finance organizzata da Bloomberg a Milano, ha peraltro sottolineato che la banca vede «un’attività in aumento nell’m&a tra aziende, soprattutto di medie dimensioni». 

Un fattore dunque molto positivo per l’ecosistema italiano, ha detto il banchiere, e la specializzazione della nostra economia. «Ecco perché vediamo un’attività vivace, proveniente sia da denaro che arriva alle aziende da parte del private equity, sia da privati che si stanno trasferendo in Italia grazie alla normativa che è in vigore da molti anni e ora è stabile», ha aggiunto. Riguardo all’andamento del mercato italiano Nagel ha aggiunto che «l’Italia adesso è in una favorevole situazione rispetto ad altri per la forza del nostro governo ma anche per la debolezza di altri». 

«Vediamo maggiori flussi di capitale verso il nostro mercato grazie alla stabilità del governo, e ai fondamentali del settore privato dove molti imprenditori stanno aprendo il capitale» delle loro aziende. Quanto alle prove consolidamento bancario in corso in Europa e al caso Unicredit-Commerzbank, il ceo ha sottolineato che se l’operazione andasse in porto si tratterebbe di «consolidamento domestico», per effetto delle sinergie tra Hvb e Commerzbank, più che di un’operazione transfrontaliera», cosa che avrebbe complessità ben diverse anche sotto il profilo delle regole e dei sistemi di supervisione locale.

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