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L’apertura del cantiere della Legge di Bilancio 2025 è prossima: la costruzione del pacchetto di novità partirà dalla conferma del taglio del cuneo fiscale e contributivo, su questo non sembrano esserci dubbi.

Ma servirà intervenire anche sull’IRPEF e un posto prioritario lo avranno anche le pensioni e le misure per la natalità, così come la sanità e i contratti della PA.

Le prime anticipazioni sul futuro arrivano dal PSB, Piano Strutturale di Bilancio, 2025-2029 che è stato trasmesso nella notte del 28 settembre alle Camere ma, come sempre, l’embrione della prossima Manovra sarà contenuto nel Documento Programmatico di Bilancio da presentare entro metà ottobre.

Verso la Legge di Bilancio 2025: nel testo del PSB gli indizi sulle novità in arrivo

Nonostante il percorso sia ancora lungo, il piano con cui debutta la nuova governance europea è un buon punto di partenza per delineare il quadro delle possibili novità in arrivo con la Legge di Bilancio 2025.

Nel testo, infatti, ci sono racchiuse le intenzioni del Governo per il futuro: quello più immediato, che potrà trovare concretezza proprio nella prossima Manovra, e quello di medio termine che dovrà essere costruito continuando sulla strada delle riforme già intraprese con il percorso del PNRR, dalla Giustizia al Fisco con un occhio di riguardo, in questo caso, al contrasto all’evasione fiscale.

Le priorità inserite nel Piano confermano le anticipazioni già emerse nelle ultime settimane.

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La prima “inderogabile decisione” è quella di “rendere strutturali alcune misure coerentemente con quanto annunciato e in maniera sostenibile (diminuzione cuneo fiscale per lavoratori basso e medio reddito e riforma delle aliquote IRPEF)”, si legge nella nota MEF.


Attualmente la misura pensata per tutelare le buste paga dei dipendenti e il sistema di calcolo dell’imposta sul reddito delle persone fisiche hanno le ore contate e per il 2025, strutturali o no, servirà mettere in campo dei nuovi interventi.



Sull’
IRPEF, ad esempio, non emergono elementi di dettaglio su ulteriori riduzioni delle aliquote ma, d’altronde, siamo solo all’inizio dei lavori sulle misure che caratterizzeranno il prossimo anno.

Come anticipato nelle scorse settimane dal viceministro all’Economia Maurizio Leo, l’ipotesi in campo riguarda una riduzione di due punti percentuali per l’aliquota del 35 per cento.


Nella premessa del PSB si legge:

“Il Governo conferma e rende strutturale gli effetti del cuneo fiscale sui redditi da lavoro dipendente fino a 35 mila euro e l’accorpamento delle aliquote IRPEF su tre scaglioni già in vigore quest’anno. Gli effetti del cuneo fiscale assumeranno una nuova fisionomia al fine di raggiungere il medesimo obiettivo senza ulteriori tensioni sul piano della spesa pluriennale”.

Apertura dei lavori sulla Legge di Bilancio 2025: priorità anche a sanità e contratti della PA

E dalla lista di priorità che il Ministro Giorgetti ha inserito nel testo del PSB arrivano anche altri indizi sulle possibili novità da inserire nella Legge di Bilancio 2025.

Sulla sanità ha confermato l’impegno a tenere la spesa sopra all’1,5 per cento in rapporto sul Pil: “questo significa che altre spese devono essere più basse”. Sui contratti di lavoro pubblico, Giorgetti ha confermato l’impegno “a recuperare i valori dell’inflazione, ovvero circa il 2 per cento annuo”.

Si legge nella notizia pubblicata il 27 settembre dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.

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Un punto cardine del Piano è anche la sostenibilità del sistema pensionistico a cui bisogna il Governo si propone di arrivare anche potenziando “le politiche per la famiglia, per sostenere la natalità e la genitorialità, con migliori servizi alle famiglie e incentivi dedicati”.

Nella Legge di Bilancio 2025 accanto al capitolo pensioni non potranno mancare le misure per la natalità

Come per gli altri punti caldi, se questa è la prospettiva di medio termine inserita nel PSB, nella Legge di Bilancio 2025 accanto all’immancabile capitolo delle pensioni, che potrebbe prevedere una rivalutazione piena così come nuovi incentivi per restare in servizio, non potranno mancare le misure per contrastare la denatalità.

“Lo scenario zero, ovvero non fare nulla, significherebbe andare dritti verso il disastro. Con i dati attuali sulle nascite non c’è futuro per il sistema previdenziale ma neanche per quello produttivo e anche in questo caso mettere chi vuole far figli in condizione di farlo è un imperativo morale ed economico”.

Sottolinea la prefazione. In questa ottica non c’è tempo da perdere e la prima occasione utile è proprio quella della prossima Manovra.

Dalle prime indiscrezioni emerse una delle novità potrebbe riguardare il sistema di calcolo dell’ISEE in maniera tale da determinare per le famiglie un aumento dell’assegno unico.

Ma resta tra gli osservati speciali c’è anche il bonus mamme che è stato introdotto da quest’anno in via sperimentale e che dal 2025 dovrebbe riguardare una platea più ristretta di lavoratrici madri.



Sul pacchetto natalità non ci sono ancora punti fermi ma, senza dubbio, come è emerso anche dai dati INPS pubblicati nel XXIII rapporto lo scorso 24 settembre sarà necessario cominciare ad occuparsi anche e soprattutto di chi non ha ancora intrapreso la strada della genitorialità.

Dal PSB alla Legge di Bilancio 2025: il percorso è ancora lungo

Come sottolineato, il Piano strutturale di Bilancio è uno strumento di programmazione di medio termine, a seconda della durata ordinaria della legislatura nazionale si articola su 4 o su 5 anni, e rientra nella nuova governance europea.

Nel suo anno di debutto arriva a ridosso dell’apertura del cantiere per la costruzione della Legge di Bilancio 2025 e contiene una serie di indizi sulle misure che potranno essere inserite: d’altronde agli obiettivi di medio periodo si arriva agendo nel breve periodo.

Per avere un primo embrione della prossima Manovra, però, è necessario attendere ancora il Documento Programmatico di Bilancio che arriverà il 15 ottobre e che rimane lo strumento operativo per declinare con maggior dettaglio nel breve periodo obiettivi economico finanziari e strutturali.

Tra gli obiettivi del Piano e i contenuti del DPB, infatti, c’è di mezzo la disponibilità delle risorse da impiegare nell’immediato: tra taglio del cuneo fiscale e IRPEF nella impostazione attuale la spesa sfiora già i 14 miliardi.



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