L’Aula della Camera ha approvato la questione di fiducia posta dal Governo sul Dl superbonus con 178 voti favorevoli e 102 contrari (4 gli astenuti). L’Assemblea procederà ora all’esame dei relativi ordini del giorno mentre il via libera definitivo al decreto legge che chiude, di fatto, la stagione dei bonus edilizi basati su cessione del credito e sconto in fattura, è atteso entro domani mattina.
Cosa cambia ora?
Il decreto legge prosegue nel suo impianto originario, sostanzialmente confermato nel passaggio parlamentare, lungo il percorso avviato nel 2023 orientato a restringere il perimetro dei soggetti che possono ricorrere allo sconto in fattura o cessione del credito. Dal divieto generalizzato risultano ora esenti ex-Iacp, Onlus e cooperative di abitazione a proprietà indivisa. Mentre con lo stop alle cosiddette Cilas ‘dormienti’, le richieste di intervento edilizio antecedenti al 16 febbraio dell’anno scorso cui non hanno fatto seguito interventi fatturati, si blocca la possibilità di utilizzare il superbonus. Resta tuttavia confermata l’applicazione di questa misura nelle aree terremotate. E oltre ai 400 milioni stanziati per fare fronte ai costi derivanti dai lavori effettuati negli gli immobili nelle aree del cratere del 2009 e del 2016, se ne sono aggiunti altri 35 per il 2025 nel corso dell’esame in Senato, attraverso un fondo che fa riferimento agli immobili di tutti i Comuni danneggiati dai sismi successivi al 2009. Un ulteriore fondo di 100 milioni di euro riguarderà le Onlus, organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale che non sono ancora iscritte nel registro del Terzo settore. Viene poi esclusa l’applicabilità della ‘rimessione in bonis’ rispetto al termine del 4 aprile scorso relativo all’obbligo di comunicazione all’Agenzia delle entrate. Così come non potranno ricorrere alla compensazione dei crediti edilizi i contribuenti destinatari di ruoli esecutivi. Tra le misure ‘extra-Superbonus’ ha trovato spazio nel Dl anche un sostegno per l’accesso al credito nei territori dell’Emilia -Romagna, Toscana e Marche colpiti dalle alluvioni del maggio 2023.
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