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In Gazzetta Ufficiale รจ stato pubblicato lo scorso 3 ottobre il D.lgs. n. 141 del 26 settembre 2024 relativo alle disposizioni nazionali complementari al codice doganale dellโUnione e revisione del sistema sanzionatorio in materia di accise e altre imposte indirette sulla produzione e sui consumi, che segue di un anno la Legge delega fiscale.
Secondo lโanalisi delle societร di consulenza doganale C-Trade e Overy il testo pubblicato in Gazzetta conferma quello approvato dal Consiglio dei Ministri agli inizi del mese di agosto, โsenza modificare di fatto in alcun punto gli aspetti piรน critici emersi, che pongono il testo in contrasto con la direzione che lโUnione Europea sta prendendo a seguito dellโapprovazione della Riforma dellโUnione Doganaleโ. Lโanalisi del decreto legge, infatti, lascia emergere una serie di problematiche che rischiano di aggravare, piuttosto che semplificare, il rapporto tra imprese e dogane. โAbbiamo osservato una disconnessione tra il testo e la realtร operativa delle aziende. La normativa, seppur ambiziosa nelle intenzioni, sembra orientata piรน a servire le esigenze dellโamministrazione finanziaria che a semplificare le attivitร delle imprese. Si tratta di un approccio che ordina, piuttosto che dialogare con chi opera sul campoโ affermano Lucia Iannuzzi e Paolo Massari, consulenti doganali co-fondatori delle societร C-Trade e Overy.
Il direttore generale dellโAgenzia delle Dogane, Roberto Alesse, ha descritto la riforma come un ponte verso lโEuropa. โE in effetti lโEuropaย โ aggiungono โ con lโapprovazione lo scorso anno della Riforma dellโUnione Doganale ha segnato una svolta verso la digitalizzazione e semplificazione dei processi, la centralizzazione delle informazione grazie a un data hub in grado di raccogliere e rendere facilmente reperibili dati con margini di errore minimi, e lโapertura verso lโe-commerce con una tassazione agevolata per prodotti con un valore relativamente bassoโ.
Come si muovono invece le nuove disposizioni che modificano il Testo Unico nazionale? โLe modifiche al testo unico inaspriscono le sanzioni del contrabbando per dichiarazioni infedeli o omesse, non tenendo conto delle complessitร operative del commercio moderno. Lโinclusione dellโIVA tra i cosiddetti โdiritti di confineโ, appare in contrasto con lโorientamento della Corte di Giustizia dellโUnione Europea, che fin dal 1988 ha chiarito che lโIVA non dovrebbe essere considerata un diritto di confineโ spiegano gli esperti.
โLa nuova normativa agisce sullโoggetto โ lโimposta โ anzichรฉ sul soggetto responsabile, e ciรฒ crea un potenziale conflitto con le giurisdizioni europee, complicando ulteriormente la vita delle aziendeโ aggiungono ancora Iannuzzi e Massari.
Un altro aspetto critico riguarda le importazioni di beni destinati a Paesi UE, per le quali la dogana potrร richiedere garanzie che verranno trattenute se non verrร fornita entro 45 giorni la prova documentale dellโavvenuto trasferimento. โQuesta disposizione sembra riproporre dinamiche operative ormai superate, con il rischio di un ritorno alla rigiditร burocratica del 1993โ sottolineano i fondatori di C-Trade e Overy. โLa strada verso lโEuropa richiede una dogana piรน snella, aperta e allineata con le esigenze del tessuto produttivo nazionale e, in effetti, al tessuto economico del nostro Paese serve una riforma che rappresenti un passo avanti verso una dogana moderna, che cooperi con le imprese e che riconosca il valore della formazione continua e della competenza pratica. Le nuove disposizioni, invece, sembrano mantenere lo status quo, innalzando barriere e ostacoli amministrativiโ.
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